Rimini proibita

Le parole di Tondelli nelle immagini di Pesaresi

C’è una Rimini che sfugge alle cartoline: città di confini mobili, dove il giorno si scioglie nella notte e le identità si liberano nella danza o si smarriscono nel silenzio. In questo spazio si incontrano due sguardi paralleli: quello letterario e inquieto di Pier Vittorio Tondelli e quello fotografico, intenso e partecipe, di Marco Pesaresi.
Nel romanzo Rimini (1985), Tondelli percorre la Riviera come un reporter esistenziale, raccontando una giovinezza contraddittoria, sospesa tra desiderio erotico e bisogno di affermazione. Le sue parole trovano una sorprendente corrispondenza nell’umanità ritratta da Pesaresi: da un lato i viali malinconici e i lavori stagionali in bianco e nero, dall’altro le notti colorate dei club, tra corpi sudati, trasgressione e invenzione personale. In entrambi, la sessualità diventa terreno di conquista, smarrimento e ricerca di sé.
La Rimini che raccontano è soprattutto uno stato d’animo: una città di passaggi, estati che si sfaldano, identità in metamorfosi, notti che confondono e poi generano nuova luce. È anche il racconto di una trasformazione culturale: dagli anni Ottanta delle censure e dello scandalo di Altri libertini ai Novanta dei rave e di una libertà esibita ma fragile, che Pesaresi documenta senza compiacimento, tra energia e vulnerabilità.
La mostra Rimini proibita mette così in dialogo due autori che, senza mai incontrarsi, hanno saputo restituire il vortice culturale e umano della Riviera di fine millennio. Fotografie e testi si intrecciano in un unico percorso, in cui volti, gesti e parole raccontano non solo una città, ma una visione del mondo.

Mostra promossa dal comune di Rimini in collaborazione con Comune di Savignano sul Rubicone e associazione Savignano immagini