MARINA CANEVE | Io sono contemporaneamente
Proprio questo è, lo abbiamo già visto, uno dei compiti del confine: mettere in scena le diverse forme dell’alterità, provocare continuamente il malinteso1. Spazio del malinteso - limite, possibilità, chiusura, apertura, divisione, incontro, difesa, offesa, conflitto, pacificazione -, il confine risulta uno spazio complesso, essenzialmente conteso tra l’essere e il chi si vuole essere.
Le incertezze legate alla memoria storica del passaggio del Rubicone sanciscono l’idea di confine come luogo di possibilità. Luogo in cui un originario solco sul suolo non ha fatto altro che generare confluenze - dai romani, al fronte della guerra, agli scambi culturali - che hanno determinato la forma contemporanea del territorio e per osmosi della società savignanese.
Fluisce, non solo il fiume, fisico e figurato, quanto il paesaggio che unisce la serie di doppi ritratti di adolescenti ispirati all’opera di Piero della Francesca2; confluiscono anche i soggetti in un dialogo reciproco. I ritratti interagiscono non solo tra di loro ma anche con paesaggi ritrovati nella geografia del territorio contemporanea, nell’esplorazione della fototeca Pesaresi e nelle architetture della Rubiconia Accademia dei Filopatridi. Il risultato è un'esplorazione in cui confluiscono contemporaneamente definizioni, luoghi e tempi, e il confine, più che un solco sul suolo, si manifesta come superficie porosa di (..) interminati / spazi di là (..)3 .
Devant l’objectif, je suis à la fois: celui que je me crois, celui que je voudrais qu’on me croie, celui que le photographe me croit, et celui dont il se sert pour exhiber son art. - Roland Barthes, La
chambre claire / Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. - Roland Barthes, La camera chiara
Mostra realizzata nell’ambito del progetto _CONFINE_ Una ricognizione fotografica lungo il Rubicone sostenuta dal PAC2022-2023 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Marina Caneve sviluppa progetti artistici attraverso la contaminazione di fotografia e ricerca. Caneve ha ricevuto premi tra cui Italian Council, PAC, Giovane Fotografia Italiana - Premio Luigi Ghirri, Cortona On The Move Photobook Prize. Il lavoro di Caneve è stato esposto in istituzioni tra cui FMAV Modena, UGM Maribor, Fotohof Salisburgo, Institut Néerlandais Parigi, MAXXI Roma, e Triennale Milano e fa parte di collezioni tra le quali Collezione Galleria Civica Comune di Modena, ICCD, MAXXI, MiC, MUFOCO e Museo Nazionale della Montagna. Tra le principali pubblicazioni On the ground among the animals (Fw:Books) e Are they Rocks or Clouds? (Fw:Books - OTM). È co-fondatrice e curatrice del progetto CALAMITA/À.
__________________
1Piero Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Bruno Mondadori, Milano 1997, p. 103.
2Piero della Francesca, Doppio ritratto dei duchi di Urbino, 1465-1472, Firenze, Galleria degli Uffizi. Piero della Francesca da un lato rappresenta due figure distinte in un paesaggio continuo e dall’altro introduce allegorie e simbolismo.
3Giacomo Leopardi, L’infinito, 1818-1819.
Le incertezze legate alla memoria storica del passaggio del Rubicone sanciscono l’idea di confine come luogo di possibilità. Luogo in cui un originario solco sul suolo non ha fatto altro che generare confluenze - dai romani, al fronte della guerra, agli scambi culturali - che hanno determinato la forma contemporanea del territorio e per osmosi della società savignanese.
Fluisce, non solo il fiume, fisico e figurato, quanto il paesaggio che unisce la serie di doppi ritratti di adolescenti ispirati all’opera di Piero della Francesca2; confluiscono anche i soggetti in un dialogo reciproco. I ritratti interagiscono non solo tra di loro ma anche con paesaggi ritrovati nella geografia del territorio contemporanea, nell’esplorazione della fototeca Pesaresi e nelle architetture della Rubiconia Accademia dei Filopatridi. Il risultato è un'esplorazione in cui confluiscono contemporaneamente definizioni, luoghi e tempi, e il confine, più che un solco sul suolo, si manifesta come superficie porosa di (..) interminati / spazi di là (..)3 .
Devant l’objectif, je suis à la fois: celui que je me crois, celui que je voudrais qu’on me croie, celui que le photographe me croit, et celui dont il se sert pour exhiber son art. - Roland Barthes, La
chambre claire / Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. - Roland Barthes, La camera chiara
Mostra realizzata nell’ambito del progetto _CONFINE_ Una ricognizione fotografica lungo il Rubicone sostenuta dal PAC2022-2023 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Marina Caneve sviluppa progetti artistici attraverso la contaminazione di fotografia e ricerca. Caneve ha ricevuto premi tra cui Italian Council, PAC, Giovane Fotografia Italiana - Premio Luigi Ghirri, Cortona On The Move Photobook Prize. Il lavoro di Caneve è stato esposto in istituzioni tra cui FMAV Modena, UGM Maribor, Fotohof Salisburgo, Institut Néerlandais Parigi, MAXXI Roma, e Triennale Milano e fa parte di collezioni tra le quali Collezione Galleria Civica Comune di Modena, ICCD, MAXXI, MiC, MUFOCO e Museo Nazionale della Montagna. Tra le principali pubblicazioni On the ground among the animals (Fw:Books) e Are they Rocks or Clouds? (Fw:Books - OTM). È co-fondatrice e curatrice del progetto CALAMITA/À.
__________________
1Piero Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Bruno Mondadori, Milano 1997, p. 103.
2Piero della Francesca, Doppio ritratto dei duchi di Urbino, 1465-1472, Firenze, Galleria degli Uffizi. Piero della Francesca da un lato rappresenta due figure distinte in un paesaggio continuo e dall’altro introduce allegorie e simbolismo.
3Giacomo Leopardi, L’infinito, 1818-1819.